György Lukács (IPA: [ˈɟørɟ ˈlukaːt͡ʃ]), nato György Bernát Löwinger (Budapest, 13 aprile 1885 – Budapest, 4 giugno 1971) è stato un filosofo, sociologo, politologo, storico della letteratura e critico letterario ungherese.
Il suo pensiero, sulla scorta della riscoperta e rivalutazione del pensiero giovanile di Marx, si è posto nell'orbita di una radicale riformulazione in chiave anti-dogmaticistica ed umanistica della teoria marxista, contribuendo in maniera rilevante, tramite un'originale riproposizione della dialettica hegeliana, allo sviluppo metodologico del materialismo dialettico ed al concetto stesso di alienazione dell'uomo secondo il pensiero marxiano - andando così a generare l'inedito paradigma sociologico della reificazione -, ed esercitando di conseguenza, soprattutto con il suo Storia e coscienza di classe (1923), una profonda influenza sullo sviluppo del pensiero, tra gli altri, degli esistenzialisti francesi e degli studiosi della cosiddetta Scuola di Francoforte. In ambito politologico, si distinse inoltre per la sua formalizzazione teoretica della prassi leninista.
Altrettanto influente si è rivelata la sua pur discussa identificazione della filosofia nietzschana, ed in generale dell'eterogenea cultura filosofica irrazionalistica, quale principale matrice ideologica dei fascismi europei, esposta con il suo La distruzione della ragione (1934). In opere come Saggi sul realismo (1936) elaborò invece una sua teoria artistico-letteraria marxista del realismo, che avrebbe poi influenzato vasti settori dell'estetica e della critica, ponendosi altresì come duro critico ed oppositore del controllo politico sull'arte e sui suoi interpreti.
Nel 2017 il governo del primo ministro ungherese Viktor Orbán ha deciso di rimuovere dal parco Szent István di Budapest la statua raffigurante il filosofo.