Il priorato dell'albero delle arance

la storia è molto intricata inizialmente ma dopo un po' si entra nel meccanismo e si capisce come funziona questo mondo. Ho amato questo libro mi ha spezzato il cuore e me lo ha riassemblato però è stato davvero molto piacevole ed entusiasmante anche se molti perdono la voglia di leggerlo per la lunghezza ne vale la pena.

Non sono una appassionata del genere fantasy e purtroppo non mi ha entusiasmato anche se i temi trattati sono interessanti . Ho adorato Harry Potter e qui ci ritrovo qualche riferimento ma nulla non mi è piaciuto e poi è un romanzo epico non riuscivo neanche a tenerlo in mano tanto era pesante e questo mi ha disturbato parecchio.

La storia, di per sé, non è male. La trama è avvincente anche se, spesso e volentieri, ricorda altri romanzi del genere: harry potter, trono di spade, signore degli anelli... troviamo un po’ di tutto qui dentro e anche in modo abbastanza palese. Nonostante il romanzo sia piacevole tutto sommato, ci sono diversi punti che fanno storcere il naso: tra tutti, quello che mi ha dato maggiormente fastidio è la presenza di personaggi inutili. All’interno della trama (soprattutto nei primi capitoli) troviamo dei personaggi che ci vengono fatti apparire come molto importanti per poi scomparire qualche capitolo dopo senza apparente motivo e senza mai fare ritorno. Una presenza che, se non ci fosse stata, non avrebbe di certo cambiato le sorti della trama ma che è servita un po’ come riempipagine. Alcune pagine scorrono rapide come il vento, altre sono dei mattoni che non finiscono più. Ci si lascia andare in dettagli fini a se stessi, trame che non portano da nessuna parte... insomma, tante pagine potevano essere tagliate, tante pagine potevano essere aggiunte. Non tutti i personaggi trovano lo spazio che spetterebbe loro: solo i protagonisti - o meglio, le protagoniste - sono persone a tutto tondo con un’introspezione psicologica, gli altri li conosciamo ben poco, purtroppo. A proposito di personaggi, questo si propone come un romanzo al femminile: purtroppo gli uomini sono spesso ritratti come dei bamboccioni buoni solo a fecondare o a piangere. Per fortuna c’è Loth che salva un po’ la categoria altrimenti staremmo freschi. La conclusione è un po’ troppo semplice sia perché ciò che accade è un po’ quello che ci si aspetta, sia perché i protagonisti hanno vita troppo facile. Sembra quasi ci sia una mano esterna - la mano narrante - che spinge le persone esattamente nel posto giusto al momento giusto. Bon ci bon ci bo-bo-bon! Voto: 7. L’idea alla base della storia ci piace anche se in alcuni punti pecca di poca originalità. Pollici in su per le relazioni LGBT+ che sono state descritte! I personaggi potrebbero essere meglio caratterizzati (oltre alle protagoniste massime, sappiamo poco degli altri che vi ruotano attorno). Tanti dettagli ti fanno dire embè? altre volte ti tocca dire I want more perché ciò che hai non ti è sufficiente.

Il romanzo racconta la storia di diversi personaggi il cui destino è indissolubilmente legato. Sabran, regina di Inys, e Ead che la protegge; l'indomabile Tanè seppur piena di insicurezze; l'alchimista Niclays alle prese con scelte sbagliate e il fedele Loth. SPOILER Nell'astio a lungo termine tra Oriente e Occidente, le basi sono poste nelle tradizioni: politiche, religiose, sociali. Nonostante sia il primo fantasy (che io sappia) che tratta tematiche importanti come omosessualità e discriminazione di genere, trovo che sia stato tutto molto spinto. Il voler scrivere qualcosa che andasse al di là del raccontare una favola ricca di draghi e pirati, ha sfociato nell'esagerazione. Quattro personaggi su cinque/sei principali è gay o lesbica (uno di questi viene sacrificato all'inizio per la redenzione di un altro a fine libro). Le donne nella nostra società ricoprono, come gli uomini, ruoli importanti. Ma non è sempre stato così. Questo romanzo vuole esserne la denuncia...e va benissimo. Ma a mio parere non è dando il trono e ruoli di potere solo alle donne che infondi il senso dell'equità di genere. A danneggiare il tutto ci sono gli uomini, descritti come inetti e al servizio dei personaggi femminili. Detto questo non butto via il libro, il fatto di aver letto 800 pagine circa in poco tempo vuol dire che è scritto bene. Ma non posso tralasciare il resto

Un romanzo epico intenso. Non sono un adepto del Fantasy..ma....Non voglio dilungarmi, quindi arriverò dritto al punto. . . Diverse le tematiche affrontate: conflitti di tipo religioso, politico, sociale. Seguiamo i punti di vista di ciascun personaggio e, ognuno di essi, contribuirà a svelare piccoli pezzi di quell'intricato puzzle, che saranno alla fine la chiave per conoscere la verità. Ecco, la parola chiave: VERITÀ. Questo senza dubbio è un romanzo all'internodelquale quale ogni personaggio cerca la sua strada, cerca una verità che gli è oscura...dovranno trovarla dentro se stessi. Conosciamo la coraggiosa Ead, l'insicura ma tenace Tané, lo scaltro Niclays, e infine il fedele Loth. Il destino di ciascuno sarà legato indissolubilmente durante il corso della trama (che non spoilererò). Si parla d'amore....amore omosessuale maschile e femminile....tematiche quasi assenti di solito nei romanzi di genere, o comunque vagamente accennate. Qui sono protagoniste, come protagonista e degna di attenzione è la forte presenza femminile a cui viene dato il giusto risalto. Si parla di abbattimento dei tabù, di apertura all'altro, al diverso, rinunciando inevitabilmente a qualcosa di sé. . . Insomma, questi sono solo alcuni punti di questa trama di spessore; ed io sono felice d'aver potuto godere di una scrittura serrata e ben costruita da parte dell'autrice. E poi, vogliamo mettere che ci siano anche draghi e pirati? Un binomio al quale non dico mai di no.