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Essere Spatriati è una condizione dell'anima. Una frattura dei "limina" che diventano orizzonti, che, dunque, per la loro essenza, non sono più confini, ma linee di felicità lontane e indefinite e, soprattutto, irraggiungibili. Si può essere Spatriati in patria, vivendo in una permanente attesa, come Francesco, o in uno stordimento ribelle, come Claudia. Si può essere Spatriati ovunque, perché le radici le hai in cielo. Se si è Spatriati, si è sempre accompagnati da una nostalgia inefficace: il nostos condurrebbe verso un posto amato, ma indesiderato, perché fonte di troppo dolore. Si è Spatriati se non si ha un equilibrio interiore, un centro di gravità permanente tra origini e futuro e il presente è l'unica realtà. Si è Spatriati se si è sempre alla ricerca, ma non si sa cosa cercare. Nella confusione, ci sono parole, però, che danno un nome a ciò che si è e a ciò che si prova: parole berlinesi, parole martinesi, che definiscono e racchiudono sentimenti, che, altrimenti, per gente inquieta e instabile, possono perdersi in un orizzonte al tramonto. Spatriati è poetico e carnale, le immagini sono così vivide che stimolano i sensi e la malinconia è così pervasiva, che resta addosso. libr-ida-leggere 📚
Spatriati sono gli irrisolti, coloro che non trovano la via fuori di sé ma anche fuori dal resto del mondo. Francesco e Claudia sono due anime perennemente in migrazione legate da un filo indissolubile, invisibile e perfettamente in equilibrio grazie ai loro eccessi: la forza centrifuga che porta Claudia lontano spingendola ai limiti del possibile bilancia quella centripeta di Francesco, che come una pietra porta in sé i segni della sua storia personale senza plasmarsi visibilmente. Questa storia è un solo viaggio percorso su due binari paralleli, su due percorsi di crescita reciprocamente sconosciuti in un rapporto fatto di empatia, la sola cosa che li tiene a galla; è un romanzo fatto di esperienze biasimabili, di distruzione mirata alla ricostruzione del tutto, di annientamento di sé stessi per riscoprirsi diversi, di etichette pesanti alle quali si vorrebbe togliere la voce, della scoperta dell’amore, del sesso e del bene. Da sfondo, silente e densa, l’inadeguatezza che si fa largo nella felicità creando zone d’ombra con le quali bisogna imprescindibilmente convivere.
Spatriati è un romanzo forte che guarda lontano, nonostante abbia il sapore della tradizione. Spatriati è davvero tante cose. È una storia di amicizia, è un cammino di ricerca interiore, è un romanzo di formazione. Spatriati è sorridere a tutti quei pregiudizi che segnano il sud con lo sguardo di chi, nostalgicamente, lo guarda dopo essere andato via. Spatriati sono i due protagonisti della storia, Claudia e Francesco, così diversi eppure complementari nell’intimo. “Spatrièt”, in dialetto, a Martina Franca non sono solo gli emigrati costretti ad andar via “per trovar miglior fortuna” ma siamo tutti noi quando non riusciamo o non vogliamo trovare una collocazione, quando ci sentiamo inadeguati o sbagliati, quando non ci apparteniamo. Spatriati significa poter scegliere di avere un’altra possibilità nella vita. Mario Desiati con un linguaggio limpido, racconta una generazione complicata, complessa, irregolare; insomma: spatriata. Si parte dalla Puglia, da Martina Franca, per ritornare con il cuore diverso e tanto pieno di emozioni nella stessa Puglia.
"Non sopportavo gran parte dei miei coetani all'estero, una volta espatriati scoprivano di aver vissuto per venti o trent'anni in mezzo ai barbari. Non importa in che città fossero: Parigi, Barcellona, New York, Pechino, Osaka, e ovviamente la maledetta Berlino. Non importa che lavoro o che ragione profonda si nascondessero dietro la loro nuova vita. La terra natale era disseminata di ladri, burocrati, baciapile, raccomandati e mafiosi. Ma loro cosa avevano fatto per migliorarla? Erano andati via."
Credo che tutti, nel nostro percorso di vita, siamo un po’ Spatriati. È un romanzo che narra le nostra infanzia, la voglia di riscatto ma al tempo stesso la paura del cambiamento e l’attaccamento alle nostre radici. Cerchiamo tutti di trovare una collocazione nel mondo, ma poi alla fine chi ci dice che quel posto non è dove siamo sempre vissuti? #libridaleggere