Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più
Murgia Michela - Autore
Einaudi (2021) - Editore
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva. Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perché altrimenti «dovremmo dire anche farmacisto». Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta. Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un'ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice più nessuno.
Autore
Murgia Michela
Titolo originale
Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più
Traduttore
-
Editore
Einaudi
Collana
Super ET. Opera viva
Anno edizione
2021
In commercio dal
Formato
Libro in brossura
Pagine
128
Dimensioni
-
Codice EAN
9788806249182
Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più
Murgia Michela - Autore
Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più
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È un libro che raccoglie tutto ciò che le donne si sono sempre sentite dire durante la loro vita e che continuano a sentirsi dire. È un libro che permette di capire, per chi non si era mai accorto di queste cose, cosa c'è dietro al linguaggio e invece, per chi se ne era già accorto, di avere ancora più forza per perseguire la via che conduce alla parità.
Un libro ricco di argomentazioni stringenti che si legge con interesse e partecipazione. Un'analisi della società dominata dalla cultura maschilista, che l' autrice mette in luce attraverso l'impianto comportamentale e verbale che la sostiene
Da scetticona privilegiata nella maggior parte dei casi, ero quasi sicura (un po’ meno, a dir la verità, dopo aver letto Maledetta sfortuna di Carlotta Vagnoli) di trovarmi davanti un libro sincero ma anche denso di frasi retoriche sentite e risentite. Invece mi sono ritrovata a confermare di essere il frutto di una società discriminante verso il mio sesso, che siamo tutti così omertosi di fronte alle ingiustizie di genere giustificandoci con “io mica discrimino nessuno!” ma che ‘per quanto ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti’ (semi cit, fuori dal contesto storico). Vorrei consigliare questo libro, a tutte le persone che conosco: agli uomini che mi hanno detto “ma neanche un complimento”, che mi hanno parlato sopra e poi ripetuto le mie stesse identiche cose prendendosene il merito; a tutte le persone che mi hanno detto “càpita a tutte” o che mi hanno suggerito di ignorare i commenti; alle persone che mi hanno chiesto “ma sei sicura di vestirti così?” e a quelle che mi hanno detto “eh certo che se metti ste foto”; a quelle con cui condivido alcuni “oddio però non si può dire proprio nulla nulla” perché forse, se non è giusto dirlo, non è la frase in sé, ma l’impalcatura che la sostiene (ed è questa struttura che mi si è parata davanti con questo libro); a quelle che lottano anche per me e che hanno ascoltato i miei scetticismi e a quelle con cui mi confronto. E a me, ogni volta che mi sentirò petulante. Perché iniziare dalle parole, studiare gli ingranaggi che muovono una macchina, è un primo piccolo passo di un’onda gigantesca.
Michela Murgia è davanti a me: questa è la sensazione che ho provato leggendo questo breve ma intenso libro; un concentrato di tutte le teorie, luoghi comuni compresi, sul femminismo o meglio sul femminile. Bello essere donne, dotate di cervello, parola e consapevolezza.