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Guardare il televideo, aspettare la nostra canzone preferita alla radio, riportare indietro una cassetta, portare i rullini a sviluppare alla Coop con il brivido di aver fatto delle foto di merda. Ora, rileggendo questo mezzo elenco sopra penso anche “madonna che vecchia nostalgica”: vero, ma c’è un limite a tutto. Per quanto queste prassi siano vecchie e giustamente soppiantate da altre che più si adeguano alla frenesia odierna e sinceramente niente mi farebbe tornare al portare indietro un romantico vhs soprattutto quando si inceppava e allora lo dovevi sganasciare e risistemare – chiusa parentesi non richiesta, abbiamo superato il limite. IO HO SUPERATO IL LIMITE. La disfunzionalità con cui usiamo i nostri mezzi ci ha portato a diventare pragmatici all’inumano fino a togliere la poetica che sta negli oggetti: viviamo con l’idea di dover dimostrare, comunichiamo per messaggi, non telefoniamo più neanche quando siamo disperati, mandiamo un «sono disperato» che è solo balsamo per l’ego. Comunichiamo col solito piatto vocabolario, scattiamo centinaia di foto che ci sembrano indispensabili e delle quali ci scordiamo subito, le riguardiamo e non hanno lo stesso effetto di quell’album casualmente trovato a casa della nonna dove il nonno rivive davvero con i suoi occhiali e il suo sorriso al di sotto di quel capolavoro della chimica, si sente quasi la voce (ciao nonno, questa cosa è vera!). Non aspettiamo più, e se aspettiamo 2 minuti ci sembra passata un’eternità, dobbiamo sapere ora, subito tutto. Alimentiamo il nostro io dietro lo smartphone pensando di parlare ad interlocutori e contraddittori che non esistono e che inconsciamente sappiamo che non esistono ed è per questo che tenerlo in mano ci rassicura, ci dà una via di fuga dal reale. Siamo diventati emotivamente asettici, al sicuro da tutto ciò che di emozionalmente significativo possa esistere e infatti perdiamo la testa quando l’inevitabile si realizza e noi torniamo con un tonfo sordo alla realtà. Tre stelle perché ad un certo punto non ci ho capito più una sega, forse è meglio se leggete roba meno catastrofica (che poi non è niente di nuovo, ma è spiegato chiaro per i babbioni tipo me)
A quei ‘pochissimi’, sempre più rari casi di una ‘razza in estinzione’.. (cit.^2)