La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

Name: La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme
Price: 13 EUR
Availability: InStock
Author: Arendt Hannah
ISBN: 9788807892974

Arendt Hannah - Autore

Feltrinelli (2019) - Editore

4.6

(7)

7 recensioni

Descrizione
Dettagli

Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.

Autore

Arendt Hannah

Titolo originale

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

Traduttore

Bernardini Piero

Editore

Feltrinelli

Collana

Universale economica. Saggi

Anno edizione

2019

In commercio dal

Formato

Libro in brossura

Pagine

348

Dimensioni

Codice EAN

9788807892974

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

Arendt Hannah - Autore

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

Recensioni

4.6

(7)

7 recensioni

Lorenzo Latham

Il processo a Eichmann è in questo brillante libro un processo a tutti noi. Un processo a quell Europa della seconda guerra mondiale che se non direttamente colpevole lo era indirettamente per il suo non vedere, non sentire non agire in difesa delle vittime del crimine più abbietto .... lo sterminio nel nome della razza. Nelle sue pagine Arendt analizza molti punti,e in maniera molto lucida analizza anche la correttezza del processo in sé,descrivendo la persona di Eichmann come un personaggio banale, quasi mediocre frutto dei suoi tempi votato solo alla bieca obbedienza di ordini superiori, senza dar voce alla morale comune umana. Una lettura profonda , un libro fondamentale anche ai giorni nostri, aiuta ad approfondire e a riflettere sul significato della vita umana, dei valori, sul significato del bene e del male...

Eleonora maggioli

Crudo e riflessivo...un libro da leggere assolutamente

Emanuela Silvia Stelitano

Molto forte.... molto ardua la lettura in certi passaggi quanto illuminante. Sicuramente apre gli occhi e la mente su una parte di storia molto celebrata ( sul dovere della memoria) quanto poco capita fino in fondo...ma la Arendt apre tutte le finestre della sfera umana ( se così si può chiamare) e storica...non risparmiando neppure chi era dalla parte delle vittime e il loro coinvolgimento... proprio per questo dopo la stesura di questo libro avrebbe avuto molti nemici. Onesta e obiettiva nella sua analisi ci ha fatto conoscere la banalità di un uomo ( a cui oggi daremmo tanti volti) che è stato partecipe di una delle pagine più atroci della nostra storia. Da leggere per capire!

Claudio Vitalini

Già dal titolo il libro dimostra che l'essere umano è in grado di trovare giustificazione per ricaderci. Se non altro per disinteresse. Serve impegno perché non succeda più

Conosci l'autore

Arendt Hannah

Hannah Arendt (in yiddish: חנה ארענדט; Hannover, 14 ottobre 1906 – New York, 4 dicembre 1975) è stata una storica e filosofa tedesca naturalizzata statunitense, una dei più influenti teorici politici del XX secolo. Le sue pubblicazioni spaziano su di un'enorme mole di argomenti, ma ancor oggi è maggiormente conosciuta per quelli inerenti alla natura del potere e del male, sulla politica, la democrazia diretta, l'autorità, il totalitarismo. La sua popolarità è associata immediatamente alle controversie sorte attorno al processo Eichmann, e nel tentativo di Arendt di spiegare come persone ordinarie divengano attori partecipi degli ingranaggi dei sistemi totalitari, che da alcuni fu considerata un'apologia, e per il termine da lei coniato "la banalità del male". Il nome di Arendt è commemorato da istituzioni e riviste devote al suo pensiero, dall'Hannah Arendt Prize per il pensiero politico, oltre che dalle vie e scuole a lei intitolate, e da alcuni francobolli. Con la pubblicazione nel 1951 de Le origini del totalitarismo, la sua reputazione di pensatrice e scrittrice si affermò definitivamente e altri cospicui lavori seguirono: Vita activa. La condizione umana nel 1958, Eichmann a Gerusalemme. La banalità del male nel 1963, L'umanità in tempi bui nel 1968. Insegnò in diverse Università americane, rifiutando tuttavia incarichi permanenti. Morì improvvisamente a 69 anni, di attacco di cuore, nel 1975, lasciando incompiuto il suo ultimo lavoro, La vita della mente.

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