Uscito nel 1915, un anno prima della sua scomparsa, l'ultimo romanzo del prolifico autore statunitense "Il vagabondo delle stelle" fu un "caso" per la scabrosa tematica della pena di morte e dei maltrattamenti "legalizzati" nelle carceri californiane e per la forte critica sociale che lo pone tra le opere assolute di London, e nel tempo è diventato uno dei romanzi preferiti dei suoi lettori. Per la prima volta la traduzione e la curatela partono da approfonditi studi accademici, dando un amalgama nuovo alla storia complessa e mozzafiato del condannato a morte Darrell Standing (il laico London disse che questo era il suo "romanzo di Gesù") con Jake Oppenheimer e Ed Morrell, personaggi realmente esistiti. Il protagonista, in isolamento, riesce grazie alla autoipnosi a vivere esperienze extracorporee e a rivivere vicende storiche come il massacro di Mountain Meadows e l'uccisione di Gesù. In anticipo sui tempi, "Il vagabondo delle stelle" contribuì a cambiare le leggi carcerarie della California; mentre la sua sconcertante attualità fa ancora riflettere sui metodi della giustizia e della rieducazione sociale. Postfazione di Jay Williams.
Autore
London Jack
Titolo originale
Il vagabondo delle stelle
Traduttore
-
Editore
Feltrinelli
Collana
Universale economica. I classici
Anno edizione
2015
In commercio dal
Formato
Libro in brossura
Pagine
364
Dimensioni
-
Codice EAN
9788807902178
Il vagabondo delle stelle
London Jack - Autore
Il vagabondo delle stelle
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Primo libro di Jack London che leggo, mi è piaciuto molto. La storia principale è una cornice che contiene altre storie narrate in modo avvincente e con ironia. Uno spaccato delle condizioni carcerarie e al contempo uno spunto di riflessione sulla permanenza dello spirito dopo la morte.
L’idea sviluppata nel libro è molto carina, riesce a catturare l’attenzione e la curiosità. Ma è solo all’inizio. Durante la lettura viene a mancare pian piano la novità e quel quid che fa appassionare il lettore. Alla fine scema l’interesse e la noia prende il sopravventi. L’ho finito solo perché odio lasciare i libri a metà.