Il velo dipinto
Maugham W. Somerset - Autore
Adelphi (2011) - Editore
"È una situazione fra le più classiche. Lei decide di tradire il marito con un uomo che giudica affascinante. La tresca funziona fino al giorno in cui i due clandestini hanno la sensazione che il marito tradito abbia scoperto tutto. È un guaio. Anche perché, messa alle strette, l'adultera confessa. Che fare? Si dovrà procedere alla separazione e al divorzio. Sconvolta e piangente, lei si reca dall'amante. Gli dice d'aver confessato: vuole separarsi e andare a vivere con lui. Grande è la sorpresa, a quel punto. Infatti, l'amante non ha intenzione di lasciare la moglie e mettersi con lei. Pensiamo tutto questo ambientato nella colonia inglese di Hong Kong alla metà degli anni Venti e affidato alla penna superprofessionale di W. Somerset Maugham. Sarebbe uno dei suoi romanzi caustici, mondani, un po' cattivi. Ma Maugham, influenzato dalla lettura dell'episodio dantesco di Pia de' Tolomei, pensa di aggiungervi qualcosa in più." (Giorgio Montefoschi)
Autore
Maugham W. Somerset
Titolo originale
Il velo dipinto
Traduttore
Salvatorelli Franco
Editore
Adelphi
Collana
Gli Adelphi
Anno edizione
2011
In commercio dal
Formato
Libro in brossura
Pagine
234
Dimensioni
-
Codice EAN
9788845925733
Il velo dipinto
Maugham W. Somerset - Autore
Il velo dipinto
Eventi
Presentazioni libri
Adelphi
GLI ASTERISCHI* discutono de "Il velo dipinto" di W.Somerset Maugham
La storia poetica e crudele di un amore tradito; un romanzo di formazione che segue una strada accidentata e disorienta la protagonista quanto i lettori.
La San Paolo* Libri & Persone - Ubik Empoli
Organizzatore
-
Via del Giglio 53, 50053 Empoli (FI)
La penna di Maugham è sublime!
Su un noto e-commerce di libri e cultura varia al raggiungimento di un certo punteggio di gradimento un testo viene catalogato come DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE. Mutuerò questa dicitura per il Velo dipinto di Maugham. Il racconto ha generato in me un crescendo di interesse fino al raggiungimento delle ultime 50 pagine alle quali letteralmente il mio mondo si è temporaneamente fermato per permettermi di finire la lettura. All’iniziale sconcerto per l’irriverente cinismo dei protagonisti si è sostituita una bonaria comprensione e finanche un certo affetto per la sconclusionata protagonista femminile: Kitty. Anche qui abbiamo l’evolversi di una crescita personale e una donna forte che mi ha ricordato molto la Rossella O'Hara di Via col vento, anche qui, infatti, non siamo proprio certi che il cambiamento, la redenzione, siano consolidati e la ragazza non ceda più alla sua indole. In questo caso, però, il racconto appare come un piacevole pretesto per riflessioni ben più profonde quali il senso della vita e la ricerca del fine ultimo della presenza del uomo in essa. Intenzione programmatica già presente fin dal titolo che cita una poesia di Percy Shelley: “Non sollevare quel velo dipinto, che quelli che vivono chiamano vita”. Mi ha stupito molto quanto l’autore sia stato in grado di rendere evanescente la figura di Walter, personaggio effettivamente schivo e introverso: pochi dialoghi e molto non detto. Senza voler anticipare nulla, visivamente, la sorte del marito di Kitty mi ha ricordato quella del povero Port Moresby del film di Bertolucci Il tè nel deserto (su testo di Paul Bowles). Bellissima l’ambientazione. Una menzione dovuta al buffo personaggio di Waddington (vero deus ex machina di tutta la seconda parte del romanzo) e alla sua donna manciù la descrizione della quale lascia senza fiato. Leggerò sicuramente altro di Maugham, fino ad ora avevo letto solo il brevissimo In villa.