È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo – lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie – in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l’una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro – in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto – senza un brivido di turbamento.
Autore
Carrère Emmanuel
Titolo originale
I baffi
Traduttore
Balmelli Maurizia
Editore
Adelphi
Collana
Fabula
Anno edizione
2020
In commercio dal
Formato
Libro in brossura
Pagine
149
Dimensioni
-
Codice EAN
9788845934599
I baffi
Carrère Emmanuel - Autore
I baffi
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Ecco, questo è uno di quei libri strazianti, deliranti, visionario e paranoico che ti lasciano a bocca aperta. Tratta dolorosamente e caoticamente il tema delle malattie mentali trascinando il lettore tra aneddoti reali e deliranti. Come nei i libri di Simenon, McGrath, Dick, Emma url Carrere con “I baffi” ti tiene incollato fino all’ultima pagina e, fino alla fine, assieme al protagonista, anche tu avvertirai un senso di confusione misto a rassegnazione, la voglia di lottare, contro il dolce abbandono alla realtà. Mamma mia che libro!
Ho finito da poco di leggere la nuova pubblicazione di Adelphi del vecchio I baffi di E. Carrere e devo dire che mi molto divertita. Al di là della trama (non mi dilungo a raccontare la storia) mi è piaciuto come il protagonista si vede costretto a compiere un viaggio da incubo, dentro se stesso e intorno al mondo, per trovare conferme alla sua sanità mentale, o di coloro che gli sono vicino. Interessante come ci si possa perdere in un gioco di specchi e di interruttori on/off in cui Carrère argutamente coinvolge anche il lettore, che leggendo non sa mai a chi deve dare retta, qual è la verità e quale l’illusione. Ci si chiede continuamente chi abbia ragione o se esista una verità chiara e conoscibile o, peggio, se siamo tutti ostaggi dei narratori e del loro punto di vista. Credo mi sia piaciuto anche perché questa è una delle principali tematiche che preferisco nei romanzi, e che è alla base anche del penultimo letto, quello della Petrucci, di cui però ho già ampiamente parlato. È un romanzo del 1986, il vecchio Carrere che preferisco, l'ultimo non mi garba molto. Ne hanno fatto anche un film che però non ho visto.
Mi aspettavo di più da questo romanzo, difficilmente collocabile come genere, di Emmanuel Carrere. Potrei considerarlo un’occasione persa da uno dei miei scrittori preferiti. Nonostante l’idea puo’ essere considerata originale, la storia non spicca mai il volo, a volte annoia e si ripete, ma soprattutto si conclude senza una vero finale. Di questo scrittore, ai suoi romanzi “gialli”, preferisco decisamente i suoi pensieri personali, i reportage veri e i suoi punti di vista raccolti spesso nello stesso libro.
Confesso che, prima "I baffi" non avevo letto niente di Emmanuel Carrère, quindi non posso argomentare sull'autore, se non riferendo impressioni di altri, quindi passo alla trama. Il tema in I baffi é la messa in discussione della propria identità, in chiave surreale: un uomo dalla vita tranquilla e appagata decide, per scherzo di tagliarsi i baffi, ma nessuno, neanche la giovane moglie si accorge della differenza, perché, secondo lei, i baffi, lui, non li ha mai avuti. LUI ( nel romanzo il protagonista non ha un nome, diversamente da chiunque lo circondi) ci trascina dentro la sua testa e le sue elucubrazioni allucinate, tanto che, come lettori, siamo pienamente coinvolti in domande senza risposta: "Dove è la verità? Qual è la realtà? Cosa è meglio fare?" , in un'oppressione condivisa che si fa corsaffannosa verso il finale. LUI e noi lettori, insieme, come in un incubo, velocemente avanziamo senza fiato, con la paura di non trovare salvezza. E senza fiato sono rimasta davanti ad un finale che non si può assolutamente "spoilerare", va decisamente letto. Solo dopo, si può ricominciare a respirare. Consiglio questo libro a chi mette in dubbio ogni certezza.
Altri libri suoi mi hanno lasciato un po interdetta. Questo mi è decisamente piaciuto.. Forse perché mi ricorda molto Simenon? 🥳🥳🥳😲