Crepuscolo. Trilogia della pianura

Penso farebbe piangere anche un iceberg. Meravigliosa trilogia.

La Trilogia della pianura,consigliatomi del mio libraio di fiducia,è stata una delle letture più indimenticabili per me.Ci si immedesima in questa realtà, ci trasporta nella storia,nei luoghi descritti dal bravissimo Haruf.Ho centellinato ogni volume verso la fine,cercando di farlo durare il più possibile,perché mi sarebbero mancati ...e così è stato: infine ho dovuto lasciar decantare per qualche tempo prima di ricominciare un 'altra lettura.Ma con" Stoner "(sempre consigliata dal mio libraio di fiducia)ho rimpiazzato egregiamente questa trilogia.

Premetto che stento ancora a capire il corretto ordine della Trilogia di Holt. Dopo “Canto della pianura” avevo rinunciato ad Haruf, nonostante lo avessi trovato bellissimo con la sua poetica della quotidianità, era troppo malinconico da sopportare. Crepuscolo non è che sia invadentemente allegro, anzi. L’atmosfera è densa di sentimenti inespressi, perennemente fumosa e torbida tant’è che la sensazione che ho avuto per quasi tutta la lettura è stata di prigionia, come se ogni sprazzo di gioia e leggerezza fosse comunque pervaso da una tristezza viscerale. Detta spiccia, nessuno è mai sinceramente felice e soddisfatto della propria vita, anche se la tranquillità e la monotonia caratterizzano le storie di molti dei personaggi. In questo turbine di negatività ho visto in Rose Tyler la vera “umana” che condivide i suoi sentimenti e li rende tangibili anche per le persone che la circondano. Haruf dedica tutto alle descrizioni di ciò che racconta: l’ambiente, i volti, le case, la scelta dei vestiti; tutto ciò esprime silenziosamente i sentimenti all’interno di questo grande quadro bucolico. Ora, le cose che penso quando ho in mente questo autore sono lentezza e staticità; però i discorsi diretti senza punteggiatura contribuiscono ad alleggerire la lettura quantomeno sotto il punto di vista della scorrevolezza del testo. Una nota di rilievo è quella del titolo: quello originale è Eventide e richiama un canto mormone che è appunto “Eventide, abide with me”. Due strofe di questo canto racchiudono il cuore del romanzo di Haruf. Resta con me! Veloce scende la sera; L’oscurità si addensa; Signore, resta con me. Quando l’aiuto degli altri viene meno, e il conforto svanisce, Soccorritore dei deboli, o resta con me. […] Nei miei pensieri Tu sorridevi durante la mia giovinezza E, anche se, nel frattempo ribelle e perverso, Tu non mi hai lasciato, così spesso come io ho lasciato Te Verso la fine, O Signore: resta con me.