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“Perché” è la domanda che ci si dovrebbe porsi al nascere di un qualsiasi pensiero cosciente. Perché chiamiamo l'est "est"? Perché i paesi occidentali chiamano una certa parte di mondo "medio oriente"? Perché il medio oriente oggi è quello che è? Perché Israele è considerata l'unica democrazia in medio oriente? È a quest'ultima domanda che lo storico israeliano Ilan Pappé da risposta nel libro edito da @tamuedizioni sviscerando i 10 miti che avvolgono Israele e il suo rapporto con la Palestina. Pappé analizza a fondo le vicende internazionali che hanno portato alla nascita dello stato di Israele e al suo scontro con la Palestina, riportando i fatti, le dichiarazioni, i movimenti che hanno creato questo gigantesco apparato mitologico che a guardarlo da fuori appare davvero come un’incredibile, atroce, favola. I miti che Pappé smembra e ricompone sono stati veicolati dal movimento sionista e sostenuti, anche se a fasi alterne, dalla stragrande maggioranza dei paesi occidentali. Miti che inesorabilmente hanno portato alla drammatica situazione attuale; narrazioni fantastiche così introiettate nella nostra cultura che risulta difficile disfarsene del tutto accettando la verità. Storie la cui origine rimane nascosta dalla propaganda e occultata nella narrazione contemporanea per portare avanti un gigantesco atto di “colonialismo di insediamento”. Chiunque voglia approcciarsi alla questione palestinese dovrebbe prima leggere Pappé, riflettere e solo dopo parlare. “Il mito secondo cui un Israele democratico abbia avuto dei problemi solo nel 1967 ma sia rimasto una democrazia è stato diffuso e sostenuto anche da alcuni eminenti studiosi palestinesi e filopalestinesi, ma non ha alcun fondamento storico. Prima del 1967 Israele non poteva assolutamente essere descritto come una democrazia. […] aveva assoggettato un quinto dei suoi cittadini a un regime militare basato su norme d’emergenza draconiane risalenti al dominio britannico, che negavano ai palestinesi qualsiasi diritto umano o civile.”