Dante, Alessandro Barbero, LaTerza
Se qualcuno pensasse di trovare qui una classica biografia, magari romanzata, lasci subito l’idea di leggere il Dante del prof. Barbero. Il libro è un lavoro di uno storico, ricco di documenti e avaro di certezze se non documentabili, dotato di un utilissimo indice dei nomi. È un libro sulla vita di Dante calata dentro la storia della sua epoca, della sua città e dell’Italia tra la fine del ‘200 e gli inizi del ‘300. Un’epoca di grandi sconvolgimenti e di grandi novità politiche, economiche e culturali. Segnata dallo scontro tra Guelfi e Ghibellini. È una storia in parte, fino all’inizio del 14° sec., che si svolge dentro la carne viva dei costumi, della politica e dei conflitti di Firenze ed in parte relativa alle vicissitudini dell’esilio legate ai cambiamenti ed agli eventi che riguardano l’Italia, l’Impero, il Papato, le corti signorili. Barbero ci parla del Dante uomo e ce lo racconta radicato nei costumi e nei conflitti del proprio tempo, attraverso le sue origini e la condizione familiare con un padre traffichino e con l’ambizione, legata alla crescita tumultuosa della Firenze Guelfa di ambire ad essere cooptato in un ambiente sociale ed economico più elevato. È la Firenze dove cominciano a prendere il potere le arti, che relega le grandi famiglie dette dei magnati ai margini delle istituzioni. Dante prende parte all’attività politica con moderazione, convinto del sistema di governo della città, che è vista allora come una grande metropoli europea, ma non nasconde l’attrazione verso amicizie economicamente più elevate. D’altra parte anch’egli può partecipare alla battaglia di Campaldino con armi e cavallo proprie anche se è difficile immaginare il Dante di Piazza Santa Croce durante una carica di cavalleria. E’ dunque la vita di un uomo del medioevo, intelligente, ambizioso e capace di vivere le passioni del tempo correndone i rischi relativi e pagando le conseguenze. È con l’inizio del 14° sec. che Dante, uomo agiato che vive di rendita e si può così permettere di dedicarsi agli studi, alle letture, agli amori, scopre la politica e si butta nella mischia, dotato di mezzi e cultura per emergere. Ma è con lo scontro tra i Guelfi Neri ed i Guelfi Bianchi che scoppia la resa dei conti ed escono vincitori i suoi nemici; lui è esiliato, e vive per vent’anni provando “come sa di sale lo pane altrui” (XVII Par.) ospite aggrappato prima alla speranza di ritornare a Firenze, poi alla speranza di diventare famoso grazie al suo poema, per riscattare la povertà e lo sbandamento in cui è precipitata la sua vita. Dante è un conservatore che ha in odio la crescita della nuova borghesia e la liberalizzazione conseguente dei costumi della sua Firenze che ad un certo punto abbandonerà anche la corrente dei Guelfi Bianchi deluso dall’incapacità di questi di organizzare una resistenza adeguata per riprendere il potere. Insomma oltre che Sommo Poeta anche un uomo che ha avuto un’esistenza piena di fatiche, emozioni, delusioni.