In "Gettami ai lupi", suo terzo romanzo, si addentra con linguaggio originale, deciso e tagliente in contesti delicati di bullismo, molestie e discriminazione nell'annosa conflittualità tra il popolo irlandese e quello inglese.
Il romanzo sembra ossimorico, un giallo solo all'apparenza che sviluppa, districa ed intrinseca forme filosofiche e sociali.
Il professor Wolphram, ex insegnante di un college inglese a Chapelton e descritto come "solitario ed eccentrico, inflessibile ed autorevole ma giusto", viene accusato dell'omicidio di una giovane donna, Zalie. Wolphram viene arrestato e gettato repentinamente in pasto ai media ed all'opinione pubblica.
Molte figure si intrecciano e si confrontano durante l'indagine. Affiorano così contesti di abusi, bullismo e violenze rimaste rinchiuse a lungo tempo tra le ombre del College.
Il libro si rivela una ricerca di giustizia ed un'analisi accurata dell'animo dei protagonisti, analisi che affiora decisa liberando da ogni censura, tutto ciò che compresse per anni sofferenze e rabbia. Una rabbia che esplode in una voce adolescente, voce che è "il suono dell'odio…. odio a squarciagola, odio da far ribollire il sangue, mai scomparso".
Le pagine scorrono veloci come una corsa a perdifiato e passo dopo passo, voce dopo voce si giunge alle ultime pagine in un vortice deciso di personaggi chirurgici che apparentemente sembrano avulsi dalla realtà toccata e, allo stesso tempo, dipingono i contorni di un quadro d'autore.
Rossana