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I loghi delle case editrici italiane Pt.2

Appunti 01/22 del 07/04/2022

I loghi Animalisti. Il comodo calesse della prima tappa di questo viaggio ci ha scaricati ai margini di un bosco. Qui ci aspetta Piotr, una guardia forestale, che ci guiderà alla scoperta dei loghi delle case editrici che attingono a piene mani dal mondo della natura. Andiamo.

GLI ANIMALISTI

Il comodo calesse della prima tappa di questo viaggio (potete leggere qui) ci ha scaricati ai margini di un bosco.

Qui ci aspetta Piotr, una guardia forestale, che ci guiderà alla scoperta dei loghi delle case editrici che attingono a piene mani dal mondo della natura.

Sono infatti tantissime le case editrici che ricorrono al vasto universo animale (o vegetale), per identificare la loro proposta editoriale. È inoltre largamente utilizzato anche per intitolare le singole collane editoriali, basti pensare alla collana “Gli Struzzi” che Einaudi inaugurò nel lontano 1970, o alla collana “Gli Elefanti” della Garzanti, collana nata nei primi anni 80, con il bellissimo motto “Gli elefanti hanno buona memoria”, oppure ancora alle più recenti collane “Le farfalle” della Marsilio (collana dedicata ai gialli e portata al successo con i “gialli scandinavi”) e “Le libellule” della attivissima Mondadori.

Insomma il mondo naturale racconta in maniera ben calzante il mondo umano (cosa a ben vedere abbastanza scontata visto che l’uno fa parte dell’altro) ma è abbastanza curioso notare come noi percepiamo e caricaturiamo aspetti della nostra personalità attraverso la realtà naturale che ci circonda.

Piotr ci presenta il suo cane, che ci accompagnerà nella fitta vegetazione, alla scoperta delle meraviglie grafiche delle case editrici, si chiama Cliff, è un bulldog francese, dalle macchie bianche e nere, ed è il logo della casa editrice:

BAO publishing: casa editrice fondata nel 2009 a Milano, da Caterina Marietti e Michele Foschini, specializzata in fumetti. Tra gli altri meriti ha quello particolare di aver compreso l’enorme potenziale di Zerocalcare, legandosi a doppio nodo alla produzione del geniale autore romano.

Il nome della casa editrice è onomatopeico, evoca l’abbaiare del cane, e il buon Cliff deve il suo nome proprio ad un fumettista americano, Cliff Chiang, che ne ha disegnato le fattezze. Una simpatica particolarità della casa editrice è che chiede spesso ai suoi autori di ridisegnare nel loro stile il buon Cliff.

Data una carezza e un biscottino a Cliff andiamo alla scoperta del mondo naturale dal quale le case editrici hanno raccolto il loro logo, visiteremo fattorie, stagni, le grandi fronde delle foreste tropicali, guarderemo spesso su, tra gli alberi, seguiremo un fiume e arriveremo al mare. Partiamo, senza dimenticare la lente d’ingrandimento.

BEE - Bottega Errante Editore: l’acronimo di questa casa editrice replica il verso della pecora, e questa meravigliosa coincidenza i fondatori l’hanno genialmente afferrata al volo, scegliendo come logo una pecora, sottilmente disegnata e stilizzata, che guarda in modo accattivante il lettore.

Fondata nel 2015, a Udine, come marchio editoriale di una già esistente Associazione culturale dal nome, appunto, di Bottega Errante, è via via cresciuta negli anni, pur tra mille difficoltà e momenti di incertezza, con la ostinata capacità di ampliare sempre più lo sguardo, ed incrementare la proposta editoriale, fino ad arrivare ad un ventaglio fondamentale di proposte, sempre in crescita, dalla letteratura balcanica (colpevolmente rimasta ignorata per troppo tempo), all’avventura intrapresa con un trimestrale di viaggio e luoghi, nel 2019, dal significativo titolo di “Erodoto 108”.

Edizioni E/O: nascono a Roma nel 1979, dalla volontà di Sandro Ferri e Sandra Ozzola, accomunati da una forte passione per la buona letteratura. Il nome “e/o” risulta polisemico, interpretabile sia come “e/oppure” che per “est/ovest”, espressione confermata anche dalla scelta della cicogna come logo, l’uccello migratore per eccellenza, che viaggia per il mondo, raccogliendo e riportando storie da tutte le longitudini, a partire da quelle dell’est europa, per poi aprirsi ad altre zone geografiche, come le Americhe e il bacino Mediterraneo. La cicogna stilizzata di profilo suggerisce anche ,attraverso il profilo del becco e l’incavo del collo, la forma appena accennata di un pennino.

Sperling & Kupfer: casa editrice tra le più antiche, l’epopea travagliata si riflette anche nelle diverse metamorfosi subite dal logo. Ma partiamo dall’inizio: anno 1899, l’editore tedesco Heinrich O.Sperling ha fatto fortuna in patria e da qualche anno si sta allargando in altri paesi europei, tra i quali l’Italia, e giusto in quell’anno, a Milano, apre una filiale della sua casa editrice, che affida al responsabile Richard Kupfer, il quale aggiungerà il suo nome alla ditta nel 1911. Poi le due guerre mondiali, l’intero impeto del resto del Novecento, trasformeranno la casa editrice traghettandola fino ai giorni nostri. Il logo identificativo è stato per anni la silhouette di un passero cinguettante e paffuto inscritto in un cerchio irregolare (in tedesco il cognome Sperling si può tradurre in “passero”), in tempi più recenti è stato cambiato in un altro rappresentante dell’ornitologia: un’anatra di profilo, il cui corpo è composto da un libro chiuso, visto in prospettiva tridimensionale.

Cliquot Editore: nasce nel 2014, a Roma, dalla passione e dal dinamismo di un giovane gruppo di appassionati di letteratura, inizialmente si chiamava Chevalier Cliquot, in omaggio ad un mangiatore di spade che si esibiva nei circhi e nei teatri verso la fine dell’Ottocento, si trasforma presto in Cliquot, che diventa il nome della volpe che va a comporre il bellissimo logo: da un perfetto cerchio, che rappresenta la tana, esce una sinuosa volpe, in silhouette, che va fa a formare lo sbaffo che completa il logotipo della lettera Q. E questa la missione della casa editrice: “manoscritti ritrovati in umide cantine, storie ripescate in polverose riviste, opere mai tradotte riportate alla luce. Cliquot è la casa editrice del recupero dei classici mancati, delle belle opere dimenticate. Cliquot è la volpe del nostro logo, che esce dalla sua tana e va a esplorare il mondo”.

Corbaccio: fondata nel 1918, a Milano, da Paolo Nobile e Aristide Raimondi, viene presto acquisita da Enrico Dall’Oglio che ne consolidò le basi per gli anni a venire. La casa editrice deve il suo nome all’opera omonima di Giovanni Boccaccio. Il logo ha subito nei decenni piccoli e grandi accorgimenti, passando dal corvo nero con ali spiegate che tiene nel becco un libro, realizzato da Mario Bazzi, ad oggi dove il logo è stilizzato, con il corvaccio ritratto in volo, sempre con le ali dispiegate, a suggerire un libro aperto, con il logotipo ‘Corbaccio’ che copre tutta l’apertura alare.

Tre60: nasce come costola della casa editrice Tea, nel 2012, con l’obiettivo di proporre titoli pensati per un pubblico il più eterogeneo e vasto possibile, sia nel campo della narrativa che della non fiction: romanzi sentimentali, d'avventura, suspense, manuali pratici, titoli di self-help e di psicologia divulgativa, una visione a 360°, appunto, da qui il nome della casa editrice, e della scelta del logo, pescato dal mondo animale, proprio del camaleonte, famoso per la sua capacità oculare, che capeggia nel logo stilizzato, con l’occhio vispo e la lunga coda arricciata.

Racconti Editore: casa editrice fondata nel 2016 a Roma, dalle fervidi menti di Stefano Friani ed Emanuele Giammarco, con la missione dichiarata e marchiata a fuoco di pubblicare solo ed esclusivamente racconti. La scelta del logo è un percorso costellato di idee e coincidenze che approda alla soluzione di uno scarafaggio come simbolo, una scelta atipica, sicuramente bizzarra, ma che rimanda la mente al più famoso e rappresentativo dei racconti, quello di Kafka e della sua “Metamorfosi”. Il logo viene disegnato dal talento di Franco Matticchio, ed ora ammicca al lettore, con i suoi occhietti a metà tra il timore e la sfida, rovesciato sul dorso, preso dalla fatica di rigirarsi dalla parte giusta, con le zampette che nuotano nell’aria, in calce alle loro splendide pubblicazioni.

Edizioni Clichy: nata a Firenze, nell’Ottobre del 2012, si propone fin da subito con un’identificazione forte e coerente sia nella scelta dei testi sia nella tipologia dei libri, immediatamente riconoscibili anche materialmente, con la copertina in cartoncino bianco, punzonato da un pattern a righe verticali, piacevolmente ruvido al tatto. La casa editrice si caratterizza per una spiccata ed evidente francofilia, e per marcare questo aspetto, anche i titoli delle diverse collane richiamano direttamente luoghi diversi di Parigi. Il logo scelto è un elefante, come fosse scarabocchiato da un bambino, con proporzioni fanciullesche, cerchiato da un ovale, anch’esso manuale, che in qualche modo mi ricorda le incisioni rupestri dei popoli primitivi.

Topipittori: nasce nel 2004 a Milano, ma il destino tirava i fili del caso fin dal 1986, quando ad un concorso letterario per ragazzi, indetto dal Comune di Sestri Levante, partecipò, e vinse, una giovanissima Giovanna Zoboli con un racconto dal titolo, appunto, “I topi pittori”. Qualche annetto dopo e qualche scelta lavorativa dopo, Giovanna crea la casa editrice insieme a Paolo Canton, intitolandola come il suo primo, fortunato, racconto per ragazzi, specializzandosi nella pubblicazione di illustrati per bambini e ragazzi. Il logo è splendidamente didascalico: due topolini in silhouette che si fronteggiano, quasi a scambiarsi conoscenze e opinioni, immobili, ma sembra di sentirli squittire in uno slancio frenetico di condivisione, le loro lunghe code formano un rettangolo continuo, sul quale sono posati, come uno scambio continuo e reciproco, all’interno il logotipo in maiuscolo: TOPIPITTORI.

La Coccinella: è una delle più importanti case editrici per ragazzi. Nasce nel 1977, anche qui quasi per gioco, quando alcuni amici che si occupano di editoria e di grafica pensano di realizzare dei libri per la primissima infanzia, in cartone forato, in modo tale che il foro diventi parte integrante della storia: un “buco con il libro intorno”, una vera rivoluzione per l’editoria per bambini, una novità assoluta. Da allora son passati più di quarantanni, e migliaia di titoli pubblicati. Come nome viene scelto quello della Coccinella, “perché è un insetto che porta fortuna” (e aggiungo io che è un grande e curioso esploratore) e che “graficamente viene bene”, il logo viene infatti disegnato a china, a mano, dal socio che si occupava del comparto grafico, una rotonda, armoniosa coccinella vista dall’alto, con due pallini per ala.

L’Ippocampo: partiamo dal principio: nasce nel 2003 a Genova, dall’iniziativa di Patrick Le Noel e Giuliana Bressan; Patrick è un navigato direttore commerciale, e ha veleggiato in varie case editrici francesi di primo rango, finché non balena l’idea di portare in Italia i libri più belli delle case editrici francesi (e non solo). Racconta il figlio, Sebastiano: “Un giorno, a pranzo, mio padre annuncia che sta per creare una casa editrice e ci mettiamo a scegliere un nome tutti insieme. Siamo partiti dagli animali e siccome siamo tutti grandi amanti della Grecia, è saltato fuori L’ippocampo. Ne ho disegnato il logo a 15 anni.” La scelta cade sul cavalluccio marino, il caratteristico vertebrato che abita le acque salate, ma non solo, l’ippocampo è anche una parte del cervello, nel lobo temporale, particolarmente attiva nella formazione della memoria, nel suo processo di trasformazione da breve a lungo termine ed alla cognizione e navigazione spaziale.