È Remo Rapino, con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, edito da minimum fax, il vincitore del Premio Campiello 2020. Lo scrittore ha ricevuto 92 dei 264 voti arrivati dalla Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi.
Al secondo posto Sandro Frizziero con Sommersione (Fazi, 58 voti), al terzo Ade Zeno con L’incanto del pesce luna (Bollati Boringhieri, 44 voti), al quarto Francesco Guccini con Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto (Giunti, 39 voti), e al quinto Patrizia Cavalli con Con passi giapponesi (Einaudi, 31 voti).
La finale si è svolta per la prima volta in Piazza San Marco a Venezia, preferita, in seguito alle normative anti-Covid, alle tradizionali sedi di Palazzo Ducale e Gran Teatro La Fenice.
Già nella dozzina del Premio Strega e finalista del Premio Napoli – Sezione Narrativa, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio di Remo Rapino racconta la storia di Liborio Bonfiglio, una “cocciamatte”, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira strambo e irregolare sui lastroni di basalto di un paese che non viene mai nominato. Eppure, attraverso la sua storia, il Novecento torna a sfilare davanti agli occhi del lettore, perché tutto in Liborio si fa racconto, parola e ricordo: la scuola, l'apprendistato in una barberia, le case chiuse, la guerra e la Resistenza, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio, la solitudine della vecchiaia. A popolare la sua memoria, dal 1926, anno in cui viene al mondo, al 2010, anno in cui si appresta a uscire di scena, una galleria di personaggi: il maestro Romeo Cianfarra, donn'Assunta la maitressa, l'amore di gioventù Teresa Giordani, gli amici operai della Ducati, il dottore Alvise Mattolini, Teté e la Sordicchia.
Durante la serata, sono stati premiati anche Veronica Galletta, vincitrice del Campiello Opera Prima con Le isole di Norman (Italo Svevo), Michela Panichi, vincitrice del Campiello Giovani con il racconto Meduse, e Alessandro Baricco, a cui è andato Premio Fondazione Il Campiello per la carriera.