È infatti uscita giovedì una nuova versione de “La Mennulara”, folgorante esordio dalla scrittrice e avvocatessa siciliana (ma londinese d’adozione), pubblicato da Feltrinelli nel 2002 e ora ampliato e completato con quattro capitoli mai apparsi sinora. I “capitoli perduti” riportati alla luce, considerati a lungo smarriti in un passaggio da Pc a Mac, sono segmenti narrativi già esistenti – o comunque prepotentemente immaginati – che rafforzano la macchina della storia, l’atmosfera della narrazione e i profili di alcuni personaggi.
Bestseller tradotto in una ventina di lingue e vincitore di numerosi premi, “La Mennulara” ha avuto anche una recente – e fortunatissima – trasposizione a fumetti, grazie al talento di Massimo Fenati. Romanzo che ha segnato gli ultimi vent’anni della narrativa italiana, l’opera prima di Agnello Hornby, ambientata nella Sicilia degli anni Sessanta del secolo scorso, è un racconto che si muove a spirale attorno alla figura di Maria Rosaria Inzerillo, conosciuta da tutti come “la Mennulara”, domestica della famiglia Alfallipe, del cui patrimonio è stata da sempre oculata amministratrice. Ora che è morta, tutto il paese di Roccacolomba – dove in qualche modo tutti hanno avuto a che fare con lei – si interroga su chi sia stata davvero, dividendosi tra chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine. Quello che ne risulta è comunque il ritratto di una donna che, grazie a rabbia, passione e intelligenza, è riuscita a tenere in pugno una famiglia di proprietari terrieri, un boss mafioso e un intero paese.