«Viviamo in un mondo strano, dove i bambini devono sacrificare la propria educazione per protestare contro la distruzione del loro futuro». Il discorso che Greta Thunberg ha tenuto il 30 marzo al momento di ritirare il Sonderpreis Klimaschutz (Premio speciale per la protezione del clima) durante i Goldene Kamera 2019 (gli Oscar tedeschi) sintetizza alla perfezione il pensiero di questa determinata sedicenne svedese, da diversi mesi sulle prime pagine di tutti i giornali per il suo impegno nella lotta contro il cambiamento climatico.
Era il 20 agosto 2018 quando Greta Thunberg, una studentessa del nono anno di una scuola di Stoccolma, decise di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre. Il motivo della protesta? Di fronte alle eccezionali ondate di calore e agli incendi boschivi senza precedenti che avevano colpito la Svezia nell’estate precedente, Greta voleva che il governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica, come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Con in mano il cartello Skolstreik för klimatet (Sciopero della scuola per il clima), Greta è rimasta seduta davanti al parlamento svedese ogni giorno durante l’orario scolastico.
A elezioni concluse, la giovane studentessa ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco Fridays for Future, dando inizio a una vera e propria escalation. Questo particolare sciopero del venerdì, infatti, ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo, facendo nascere manifestazioni simili in altri Paesi (tra i quali Olanda, Italia, Germania, Finlandia, Danimarca e Australia), portando Greta, nel giro di pochi mesi, a parlare prima alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi in Polonia nel dicembre 2018 e poi a intervenire al Forum economico mondiale di Davos il 25 gennaio 2019, rivolgendosi al pubblico con un discorso volutamente molto duro, volto a far comprendere il terrore che si dovrebbe provare di fronte ai cambiamenti climatici: «Voglio che andiate nel panico come se la vostra casa fosse in fiamme».
Ed è proprio da un passo di quel famoso discorso che è tratto il titolo del libro che Greta ha scritto assieme alla sua famiglia. Ne La nostra casa è in fiamme. La nostra battaglia contro il cambiamento climatico, edito da Mondadori, Greta, assieme al padre Svante, alla sorella Beata e alla madre Malena, racconta in che modo si sia avvicinata alla causa dell’ambiente, della sua prima battaglia e dell’incredibile risonanza che la sua protesta ha avuto a livello mondiale, con l’obiettivo di portare le persone a riflettere sulle proprie azioni quotidiane.