È Andrea Tarabbia con Madrigale senza suono (Bollati Boringhieri) il vincitore del Premio Campiello 2019.
Il romanzo, che rientra nella tradizione del romanzo-saggio, ha per protagonista la figura di Gesualdo da Venosa, madrigalista vissuto tra Cinquecento e Seicento, riscoperto da Igor’ Stravinskij e su quale Bernardo Bertolucci ha più volte espresso il desiderio di dirigere un film. Tarabbia, alla sua seconda partecipazione al Campiello (era già stato in cinquina nel 2016 con Il giardino delle mosche), in Madrigale senza suono, attraverso il personaggio del principe di Venosa, ha voluto indagare il rapporto tra il bene e il male. Un uomo solo e tormentato, Gesualdo compie un efferato omicidio perché obbligato dalle convenzioni del suo tempo: per vendicare l'onore e il tradimento, uccide Maria D'Avalos, dopo averla sposata con qualche pettegolezzo e al tempo stesso con clamore. Da lì, scaturisce, il suo genio artistico. Come può – si chiede Tarabbia lungo tutto il corso del romanzo – il male dare vita a tale e tanta purezza sopra uno spartito?
Al secondo posto Giulio Cavalli con Carnaio (Fandango), seguito da Paolo Colagrande con La vita dispari (Einaudi), Laura Pariani con Il gioco di Santa Oca (La nave di Teseo) e Francesco Pecoraro con Lo stradone (Ponte alle Grazie).
Durante la serata, svoltasi al Gran Teatro La Fenice di Venezia e condotta da Andrea Delogu, sono saliti sul palco anche Kidane Grianti, vincitore del Campiello per San Patrignano, Marco Lupo, vincitore del Campiello Opera Prima con Hamburg, e Matteo Porru, vincitore del Campiello Giovani con Talismani.