«Amate la parola che non ha paura di confrontarsi, la parola che è spiegazione e preghiera. Amate chi spende con voi parole difficili. Amate chi non riduce il proprio pensiero a slogan. Amate la parola, la parola libera, la parola disobbediente, perché amandola amate voi stessi.»
Con queste parole Roberto Saviano ha voluto presentare al pubblico Munizioni, la nuova collana da lui curata, che Bompiani (da un paio di anni nel gruppo Giunti) ha voluto lanciare per festeggiare i suoi 90 anni di storia editoriale.
I primi due volumi arriveranno in libreria venerdì 11 ottobre con un lancio speciale. A pochi giorni dal secondo anniversario dell’uccisione della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, il compito di inaugurare la collana spetta a Dì la verità anche se la tua voce trema, una raccolta dei suoi più importanti reportage, presentati in anteprima mondiale e scelti dai suoi figli assieme a Saviano.
Il secondo volume è invece Fariña di Nacho Carrettero di “El Pais”, un libro che racconta la storia del narcotraffico in Galizia. Messo al bando dall’autorità giudiziaria spagnola, è stato riabilitato dopo le proteste dell’associazione dei librai di Madrid.
Il terzo titolo, che uscirà invece l’8 gennaio 2020, è Gotico americano, romanzo d’esordio di Arianna Farinelli e racconta una storia d’invenzione. Ma è una storia capace di ribaltare le certezze, di mostrare di quanti pregiudizi siano ricoperte le scelte e come l’odio nasca dall’amore.
In Munizioni largo spazio verrà dato a testi che sapranno travalicare le categorie di “saggistica” e “narrativa”. L’obiettivo è quello di dare il via a un progetto culturale coraggioso, dove le parole siano capaci di trasformarsi in energia e di incidere sulla realtà.
«Le nostre Munizioni – ha spiegato Saviano – si propongono di ribaltare ogni metafora violenta conservando intatta la loro potenza di strumento: nascono dal piombo, quello dei caratteri di stampa con i quali più di cinque secoli fa è stata condotta la rivoluzione più grande e pacifica della Storia; si propongono di essere un baluardo a difesa delle pagine di chi scrivendo è perseguitato e scrivendo è morto; sono proiettili contro l’ignoranza, l’indifferenza, il silenzio, perché munirsi dell’alfabeto è il gesto più pericoloso che possa essere compiuto contro il potere. Significa non fermarsi in superficie, riportare lo sguardo sull’analisi del reale. Capire, e poter scegliere da che parte stare. Leggere e condividere, farsi rete umana nella rete virtuale.»