Non c'è che dire, Colson Whitehead sembra essere abbonato al Premio Pulitzer. Dopo la vittoria nel 2017 per La ferrovia sotterranea, una testimonianza dura e scioccante sull'eterna brutalità del razzismo, lo scrittore statunitense ha trionfato anche quest'anno con I ragazzi della Nickel, un romanzo, edito in Italia da Mondadori, nel quale torna il tema della segregazione razziale e dove l'autore ancora una volta fa luce su un angolo buio della storia americana.
Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche nell’enclave nera di Frenchtown (Tallahassee) ed Elwood Curtis, un ragazzino abbandonato dai genitori e cresciuto dalla nonna, assimila tutte le massime e gli insegnamenti di Martin Luther King. Pieno di talento e molto coscienzioso, sta per iniziare a frequentare il college del posto, quando incautamente accetta un passaggio in auto. Ma per un ragazzo nero dei primi anni Sessanta, anche l’errore più innocente può rivelarsi fatale. Elwood viene spedito in un riformatorio chiamato Nickel Academy, la cui missione è provvedere a un’educazione fisica, intellettuale e morale così che il piccolo delinquente possa diventare un uomo onesto e rispettabile. Questo sulla carta, perché nei fatti la Nickel Academy è un vero e proprio labirinto degli orrori.
Grazie a questo riconoscimento, Whitehead ha battuto un record singolare: prima di lui altri scrittori avevano vinto più di un Premio Pulizer, come Booth Tarkington e William Faulkner, ma nessuno ci è riuscito per due romanzi consecutivi. Un ulteriore riconoscimento per un autore che ha sempre tenuto puntati i riflettori sui conflitti razziali.